Chatbot, sai chi sono e come funzionano?

Chatbot. Può sembrare una parola oscura e misteriosa, magari piena di significati nascosti e pronta a generare insidie ai malcapitati. Invece le chatbot sono molto più comuni di ciò che si può pensare ad un primo impatto. Se alla parola chatbot sostituiamo le parole Cortana, Siri, Google Now o Alexa cominci a vederci più chiaro? Le chatbot (per esteso chat robot) non sono altro che gli assistenti vocali che utilizziamo ogni giorno sui nostri smartphone e sui nostri pc di ultima e ultimissima generazione. Il loro funzionamento si sta perfezionando sempre di più con il trascorrere dei mesi anche se un futuro fatto di supercomputer che imparano da soli e che, magari, si automodificano (un pochino alla Skynet di terminatoriana memoria) è ancora ben lungi dall’arrivare.
Quando nascono le chatbot?
Già nei primi anni ’50 si è cominciato a pensare a progetti che prevedevano assistenti vocali in grado di fornire informazioni generiche. Solo nel 1966 (con il progetto ELIZA), però, si è arrivati ad un vero e proprio assistente vocale, lontano parente dei vari Cortana e Siri diffusissimi sui nostri smartphone. La simulazione di conversazioni tra umani e robot, però, ad oggi non è in grado di avanzare a livelli superiori. Un robot (in realtà un software) per quanto avanzato e realizzato con cura e attenzione non darà mai (almeno fino a quando non ci sarà l’ennesimo sprint tecnologico) i risultati di una conversazione tra due esseri umani.
Che uso se ne fa oggi?
Oggi le chatbot, nonostante un grado di evoluzione decisamente basso, sono diffuse in praticamente tutto il mondo. Sono in grado di realizzare compiti facili (come cercare un punto in una mappa o fare una telefonata) ma non hanno ancora la capacità di imparare azioni diverse per le quali sono state impostate inizialmente. Una chatbot impostata con lingua inglese, infatti, per quanti sforzi possa fare non sarà mai in grado di apprendere un nuovo linguaggio senza l’intervento di un nuovo software studiato ad hoc. Nonostante tutto, però, questi software si sono diffusi in quasi tutti gli ambiti. Basti pensare che l’Arma dei Carabinieri ha da poco istituito una piattaforma su cui i cittadini possono essere assistiti da un assistente virtuale in grado di svolgere compiti poco complessi ma utili se rapportati al contesto.