Lo spazio bianco, amico o avversario?

Lo spazio bianco, alleato importante di una perfetta comunicazione
Lo scrittore, tipografo e designer tedesco Jan Tschichold ha detto “Lo spazio bianco va considerato come un elemento attivo, non come uno sfondo passivo”. Per spazio bianco o whitespace intendiamo lo spazio, appunto, tra i diversi elementi grafici che siano essi testi o immagini. Per quanto possa sembrare strano, anche questo elemento deve essere utilizzato con sapienza e attenzione.
Per quale motivo? Obiettivo di una pagina web è trasmettere un messaggio ben preciso che sia compreso, senza difficoltà, dall’utente. Intenzione dell’autore e comprensione del destinatario devono combaciare perfettamente. Come possiamo renderlo possibile? Con l’aiuto dello spazio bianco. Il bianco, come qualcuno può pensare, non rappresenta il ‘vuoto’ o il ‘nulla’. Indica, piuttosto, una pausa per l’occhio che tende ad affaticarsi se circondato da troppi colori o testi.
Esistono due tipi di spazi bianchi: macro e micro. Il primo indica la distanza tra gli elementi più importanti del layout. Il seconda riguarda la distanza tra i paragrafi di un testo, tra più lettere o tra una parola e un’immagine. Il micro spazio bianco è, quindi, un elemento fondamentale per qualsiasi comunicatore poiché conferisce ordine ed armonia alla lettura. Pensate non sia vero?
Esempio 1: Un tempo lontano, quando avevo sei anni, in un libro sulle foreste primordiali, intitolato “Storie vissute della natura”, vidi un magnifico disegno. Rappresentava un serpente boa nell’atto di inghiottire un animale. Eccovi la copia del disegno. C’era scritto: “I boa ingoiano la loro preda tutta intera, senza masticarla. Dopo di che non riescono più a muoversi e dormono durante i sei mesi che la digestione richiede”.
Esempio 2: Un tempo lontano, quando avevo sei anni, in un libro sulle foreste primordiali, intitolato “Storie vissute della natura”, vidi un magnifico disegno.
Rappresentava un serpente boa nell’atto di inghiottire un animale.
Eccovi la copia del disegno.
C’era scritto: “I boa ingoiano la loro preda tutta intera, senza masticarla.
Dopodiché non riescono più a muoversi e dormono durante i sei mesi che la digestione richiede”.
Molto probabilmente avrete iniziato a leggere direttamente il secondo esempio perché l’occhio sarà stato attratto da un testo percepito come più leggibile e di maggiore comprensione. Questo ci fa capire che anche lo spazio bianco comunica un messaggio trasformandosi in un potente alleato o avversario di colui che lo utilizza.
Nel web design il termine spazio bianco è detto anche ‘spazio negativo’ ed è utilizzato per indicare l’area che circonda un’immagine. Lo spazio negativo consente allo sguardo di abbandonare, anche se solo per un attimo, il soggetto per tornare su di esso con un nuovo punto di vista. Una tecnica simile può essere fondamentale per richiamare l’attenzione su una call to action alla quale è associato un link che si vuole mettere in evidenza.
Se pensate di non essere così esperti da impiegare sapientemente lo spazio bianco, non abbiate paura. E’ per questo che esistono agenzie di comunicazione, come la Kairos Communication, che analizzando ogni dettaglio, creano siti web capaci di dare voce alla vostra idea.