Sponsorizzazioni, l’importanza di “affinare” i target

Nonostante le conoscenze sul web marketing siano sempre più diffuse e sempre più specializzate ancora oggi si continuano a fare errori quando si sponsorizzano post e pagine Facebook. Non scegliere il target (o sceglierlo in maniera poco accurata) è uno degli errori (orrori) più comuni dei social media marketing. Quando si sceglie un target a cui mostrare i nostri contenuti, infatti, non si possono non tenere in considerazione alcuni parametri base che vengono troppo spesso trascurati con risultati spesso catastrofici dal punto di vista dei risultati e della soddisfazione dei clienti.
Il target, questo sconosciuto!
Ebbene si. Molti non hanno nemmeno ben chiaro il concetto di target. Facciamo chiarezza. Il target potenziale è il range totale dei potenziali interessati ai nostri contenuti, persone a cui potrebbe interessare quello che abbiamo da dire o (sopratutto) da vendere. Per ottimizzare l’investimento economico – ebbene si, Facebook è a pagamento se si vuole fare business con i social – sono però necessari alcuni importantissimi accorgimenti quando si sceglie la fanbase a cui mostrare i nostri post. Anzitutto non si possono trascurare i parametri demografici.
Facciamo qualche esempio
Abbiamo parlato di dati demografici da tenere in considerazione per costruire il target ideale per i nostri post. Partiamo da un banalissimo esempio. Vendiamo prodotti rivolti ad un pubblico prettamente maschile (magari portafogli in cuoio e pelle) e vogliamo sponsorizzare la nostra azienda su Facebook. Asserito che la maggior parte dei soggetti interessati a portafogli in cuoio e pelle è di sesso maschile non si può non tenere in considerazione qualche altro parametro (avete minimamente presente quanti milioni di soggetti maschi utilizzano Facebook?) per i nostri post sponsorizzati. Nel caso che stiamo prendendo ad esempio l’obbiettivo è quello di vendere (e non di rinforzare il brand, quello lo vedremo in un altro articolo) a quante più persone possibili. Per far questo bisogna necessariamente “restringere” il range dando in “pasto” al motore di ricerca qualche altro parametro.
Chi è interessato al nostro prodotto?
Facciamo lavorare le “celluline grigie”. Chi (tra i soggetti maschi ovviamente) è potenzialmente interessato al nostro bellissimo portafogli di cuoio e pelle? Possiamo sicuramente escludere la categoria dei giovani (18-25) dal momento che la maggior parte dei giovani preferisce utilizzare portafogli più “smart” e leggeri, magari fatti di materiali sintetici. Ecco un esempio pratico di un ennesimo parametro da inserire nella nostra ricerca di potenziali clienti.
E i parametri geografici?
Qui va fatta una distinzione. Abbiamo preso ad esempio il modello di una azienda che produce portafogli. Ma potremmo essere una azienda che vende servizi (magari corsi online sul web marketing), che fare in questo caso? Limitare la nostra ricerca? E in che modo? Se produciamo portafogli in una piccola fabbrica artigianale che vende solo in zona abbiamo il vantaggio di poter affinare ancora di più la ricerca, magari selezionando la regione (e persino la città) dove intendiamo vendere il nostro prodotto. Se, invece, siamo una azienda che vende corsi online possiamo “allargare” il campo di ricerca, tanto i nostri contenuti non dovranno essere circoscritti ad un solo modello di target, no?
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